LE INDAGINI AZIENDALI DI NUOVA TOP SECRET
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ASSENTEISMO, FALSA MALATTIA ED INFORTUNI
Si definisce assenteismo sul lavoro la condotta del dipendente o dei dipendenti di un’azienda o di un ente pubblico che sono soliti assentarsi con frequenza dal posto di lavoro in un modo ingiustificato o per propria volontà.
Con un dipendente assenteista, sia assunto a tempo determinato che indeterminato, la soluzione che il datore di lavoro valuta in forza di una condotta scorretta può essere il licenziamento per giusta causa.
Nel caso in cui tale condotta sia ritenuta talmente grave da non consentire la prosecuzione, neppure provvisoria, del rapporto di lavoro, il licenziamento del dipendente assenteista può essere disposto senza preavviso. Tuttavia, l’assenza dal lavoro non determina necessariamente il licenziamento per assenteismo; il giudice deve infatti poter apprezzare la giusta causa del licenziamento e questo accade solo se questo è documentato correttamente.
Nell’ambito della documentazione dell’assenteismo di un dipendente le agenzie investigative rappresentano lo strumento che il datore di lavoro ha a disposizione per svolgere verifiche ed indagini aziendali finalizzate alla contestazione disciplinare e quindi al licenziamento per giusta causa.
La legge prevede che il dipendente in malattia abbia il diritto di conservare il suo posto di lavoro, ma esistono alcuni casi in cui è lecito licenziare.
La simulazione della malattia o finta malattia è una di queste eccezioni, poiché determina un inadempimento del lavoratore talmente grave da non consentire, anche in via provvisoria, la prosecuzione del rapporto di lavoro. L’accertamento di tale circostanza, attraverso una investigazione finalizzata all’acquisizione delle prove che si tratta di una falsa malattia, permette al datore di lavoro di intimare al lavoratore il licenziamento per giusta causa durante la malattia.
Anche nel caso in cui lo stato di malattia sia attestato dal certificato medico, la falsa malattia, simulata o inesistente del dipendente, resta causa di licenziamento.
L’infortunio si differenzia dallo stato di malattia perché avvenuto durante l’orario lavorativo o comunque in itinere (incidente subito dal lavoratore durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, o durante il normale percorso che collega due luoghi di lavoro).
Può accadere che il lavoratore scorretto si assenti dal lavoro simulando l’avvenimento di un infortunio, trascorrendo invece il tempo di assenza:
- Per svolgere un altro lavoro
- Dedicandosi ad attività non compatibili con lo stato di salute derivante dall’infortunio
- Decida di approfittare per prolungare il periodo di assenza necessario per la guarigione, nonostante quest’ultima sia già avvenuta.
Pertanto può rivelarsi utile, per il datore di lavoro, attuare controlli sul dipendente che si asserisce infortunato, al fine di verificarne il reale stato di salute.
ABUSO PERMESSI LEGGE 104
L’abuso dei permessi della Legge 104 costituisce uno dei motivi principali di contestazione tra datore di lavoro e dipendenti.
L’uso improprio dei permessi Legge 104 può legittimare il licenziamento del dipendente da parte del datore di lavoro. Infatti, se invece di accudire il familiare malato, vengono svolte altre attività, magari per scopi personali, il datore di lavoro può interrompere il rapporto.
In questo caso il dipendente commette una “frode”, non solo nei riguardi del datore di lavoro, perché usufruisce di un permesso pagato in maniera non consona agli obiettivi pattuiti dalla Legge, ma anche nei confronti dell’Inps, ente erogatore della prestazione.
Ne consegue che può essere legittimamente licenziato il lavoratore che sfruttando il pretesto dei permessi della Legge 104, svolge attività personali diverse dal prestare assistenza al parente disabile.
In questi casi, il licenziamento per giusta causa è lo strumento che attesta la gravità della condotta, e come tale può essere effettuato anche senza preavviso.
DOPPIO LAVORO
Un dipendente assente per malattia e sorpreso a svolgere doppio lavoro presso altro datore di lavoro, anche se familiare, è passibile di licenziamento per giusta causa.
La giurisprudenza è costante nell’ammettere la legittimità del licenziamento per giusta causa in tutti i casi in cui, durante il periodo di malattia dichiarata, il dipendente svolge una seconda attività incompatibile con la patologia dichiarata, posticipando dunque il suo rientro al lavoro.
FURTO E/O APPROPRIAZIONE INDEBITA
IN AZIENDA
Il furto, o tentato furto, di bene aziendale può essere motivo di licenziamento di giusta causa del lavoratore.
Il furto in azienda, infatti, rappresenta un comportamento illecito nonché un grave inadempimento degli obblighi contrattuali del dipendente ex art. 2119 c.c. Tale condotta, infatti, lede il vincolo fiduciario posto alla base del rapporto tra datore di lavoro e dipendente e, pertanto, impedisce la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto di lavoro tra le parti giustificando così il licenziamento in tronco.
L’appropriazione illecita di beni tangibili e intangibili presenti all’interno delle aziende è un fenomeno ricorrente. Anche qualora gli oggetti sottratti siano di modesto valore e, pertanto, la loro sottrazione non arrechi di per se ingenti danni economici può contribuire ad arrecare un danno d’immagine all’azienda.
Pertanto la nostra agenzia è in grado di svolgere indagini approfondite e finalizzate agli accertamenti delle dinamiche e degli autori dei furti in aziende.
SABOTAGGI E DANNEGGIAMENTI
I lavoratori poco corretti e rispettosi dei beni aziendali possono incorrere in azioni illecite quali sabotaggi e danneggiamenti.
Tali condotte determinano un danno non solo economico, che può essere di lieve o notevole entità a seconda della tipologia del danno e dei beni aggrediti ma ledono fortemente l’immagine dell’azienda.
Inoltre, gli illeciti in oggetto ledono altresì il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e dipendente, non consentendo la prosecuzione del rapporto di lavoro e giustificando l’intimazione del licenziamento per giusta causa al dipendente che:
- Distrugge attrezzature aziendali o materiale di lavorazione
- Invita ad atti di sabotaggio
LEALTÀ DEI SOCI
L’indagine investigativa vi permette di individuare il socio infedele evitando pericolose fughe di notizie verso l’esterno al fine di preservare e valorizzare il know-how aziendale.
Le indagini sull’infedeltà dei soci permettono di sapere con esattezza se un socio intrattiene rapporti conflittuali con la società di appartenenza, ad esempio rivelando a terzi informazioni strettamente riservate.
VIOLAZIONE PATTO
DI NON CONCORRENZA
Con il patto di non concorrenza, l’imprenditore tutela il patrimonio, le idee e l’attività della propria azienda, scongiurando l’ipotesi che il dipendente, una volta uscito dall’azienda, esporti le modalità di azione, i processi di lavorazione, ogni altra informazione in essa appresa e le idee, copiandole e sfruttandole per aprire una propria azienda o per utilizzare in favore di un altro datore che svolge un’attività in concorrenza con quella dell’ex datore.
I patti di non concorrenza determinano che il lavoratore si obblighi, per un periodo successivo alla cessazione del rapporto di lavoro e dietro pagamento di un corrispettivo, a non trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l’imprenditore.
Al fine di bilanciare gli interessi contrapposti in gioco che vedono da un lato il diritto del datore di lavoro di non vedersi “attaccare” da attività imprenditoriali intraprese dai propri dipendenti e dall’altro, la libertà concorrenziale di questi ultimi, i quali hanno pari diritto di esercitare un’attività in proprio una volta cessato il rapporto di lavoro subordinato e, in ogni caso, di cercare un nuovo lavoro, anche in concorrenza con l’ex datore; i patti di non concorrenza devono avere determinate caratteristiche e rispettare diversi limiti.
Tuttavia, non sempre vengono rispettati, causando potenziali danni economici di rilevante portata per l’ex datore.
Al fine di prevenire situazioni critiche, la Nuova Top Secret verifica che gli eventuali patti di non concorrenza stipulati siano rispettati e, nel caso vi sia il sospetto di una violazione dei medesimi da parte dell’ex dipendente, interviene per individuare il trasgressore e porre fine alla perpetrazione della condotta sleale.
INDAGINI PRE-ASSUNZIONALI
E PREGIUDIZIEVOLI
L’indagine è volta ad accertare la veridicità delle informazioni dichiarate dal candidato prima dell’assunzione, e pertanto viene offerto un supporto per valutarne l’idoneità alla luce delle reali esperienze lavorative.
Rileviamo con maggiore frequenza, dovuta anche alla crisi che ha colpito la nostra economia, il fenomeno che riguarda la manipolazione, da parte dei candidati, del proprio CV. La tendenza, accertata nelle attività di tutela dei nostri Clienti, è crescente. Infatti, sempre più spesso riscontriamo una sopravalutazione delle reali competenze dichiarate dai candidati. La ricerca del personale adatto ai ruoli richiesti ha un valore strategico per qualunque organizzazione. Il danno di un’assunzione sbagliata è rilevante in termini d’immagine, di risorse allocate e di costo “emotivo”.